Prestito per dipendenti o cessione del quinto dello stipendio

Cessione stipendio

I lavoratori che percepiscono uno stipendio hanno la possibilità di avere un finanziamento che viene restituito con una trattenuta diretta sulla retribuzione. Tale trattenuta non può superare per legge il quinto dello stipendio percepito mensilmente. La materia è disciplinata dal DPR 180 del 5/1/50 e dal relativo decreto di attuazione DPR 895 del 28/7/50. Il finanziamento può essere richiesto dai dipendenti pubblici (di Amministrazioni Pubbliche, Ente Pubblico o Stato) e privati.

I richiedenti inoltre devono avere:

  • un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
  • un numero di anni di anzianità superiore al minimo richiesto: per i dipendenti pubblici non statali, 1 anno; per i dipendenti pubblici statali, 4 anni; dipendenti privati: il limite è stabilito dal singolo istituto (di solito superiore a 18 mesi);
  • data di collocamento a riposo successiva alla scadenza del finanziamento.Nel caso dei soli dipendenti privati, anche l’azienda presso cui il richiedente lavora deve soddisfare alcuni criteri di ammissibilità; in particolare l’azienda deve:
  • essere costituita nella forma societaria tra quelle ammesse dalla singola banca o finanziaria (S.p.A. o S.r.l.);avere un capitale sociale superiore ad un limite minimo eventualmente fissato dall’istituto;
  • avere un numero di dipendenti superiore ad un limite minimo eventualmente fissato dall’istituto.

Da ultimo, come l’azienda deve fornire il proprio consenso all’operazione (ricordiamo non per i dipendenti pubblici, dove l’ente ha l’obbligo di acconsentire alla richiesta del lavoratore).

Le principali caratteristiche del finanziamento ottenuto cedendo una quota del proprio stipendio sono le seguenti:

  • il dipendente deve essere assunto stabilmente, di ruolo o con contratto a tempo indeterminato. Sono esclusi i dipendenti con contratti temporanei;
  • il prestito può avere una durata va da 2 a 10 anni.

Nata per i dipendenti pubblici, è stata estesa anche per quelli privati, anche se per questi ultimi (che non sono soggetti alla suddetta normativa) vi sono alcune differenze:

  • l’azienda privata può rifiutarsi di svolgere i compiti di trattenuta e versamento alla finanziaria della rata di rimborso;
  • nel caso di passaggio ad altra società, la nuova società può rifiutarsi di subentrare al rapporto di finanziamento già in corso;
  • nel caso di eventuali inadempienze, la società non risponde.

Uno dei vantaggi principali del prestito dipendenti sta nel fatto che, trattandosi di un’operazione di credito in qualche modo garantita, lascia all’istituto finanziatore una certa flessibilità nella valutazione delle richieste. Una volta garantito il rispetto dei requisiti di ammissibilità appena visti, tanto del richiedente quanto dell’azienda presso cui lavora (nel caso di dipendenti privati), la probabilità di vedersi accordare il prestito è piuttosto alta.

La presenza di un TFR e di una copertura assicurativa, nonché l’automaticità dei pagamenti, rende l’operazione abbastanza sicura per il finanziatore, che sarà disposto quindi a concedere finanziamenti anche a persone con una storia creditizia non perfetta Un secondo vantaggio assai rilevante per il consumatore è dato dal fatto che l’importo massimo del finanziamento è legato sia al livello di retribuzione che alla sua anzianità lavorativa, permettendo in taluni casi di finanziare anche importi considerevoli e con durate superiori a quelle normalmente praticate per i prestiti personali.