Villasimius

La zona di Villasimius si trova all'estremità sud orientale della Sardegna. E' come un triangolo di costa, con il mare da tre lati e il vertice inferiore che si allunga in una sorta di “esse”. E' delimitata a ovest da Capo Boi, la sua estremità sud è Capo Carbonara sulla terraferma o l'isola dei Cavoli in mare, mentre ad est i suoi punti estremi sono Punta Porceddus e l'Isola di Serpentara. A nord il suo territorio è delimitato dai monti del Sarrabus.

Villasimius, il centro

Villasimius è un centro vivo, abitato tutto l'anno e ricco di tradizioni (come la Sagra di Santa Maria e la festa della Madonna del Naufrago). Per questo è piacevole soggiornare in paese anche al di fuori dei mesi estivi più frenetici e popolati. Quasi tutta la costa di Villasimius si affaccia sull'Area Marina Protetta di Capo Carbonara, che è stata istituita dal Ministero dell'Ambiente nel 1999. Moltissime e varie le spiagge; le più rinomate sono quella di Campus, di CampuLongu, del Riso, di Simius, Cala Giunco, Cala Pisanu, Porto sa Ruxi, Cala Catterina, Cale di Capo Carbonara e tante altre.

Nei ristoranti e negli agriturismi della zona si possono gustare tutti i piatti della cucina sarda. La cucina dell'isola ha due volti: quella più tipica è quella che si definisce “di terra” che nasce da ingredienti dell'agricoltura e dell'allevamento. Villasimius offre anche molti locali per il divertimento notturno. La maggior parte delle discoteche sono aperte solo in estate, con programmi che variano di anno in anno.

La piazza del paese e la via Umberto I (pedonale alla sera) sono il centro della vita e delle serate. Molti i concerti in piazza e gli spettacoli che vengono organizzati nel corso dell'estate. Ricca e diversificata l'offerta alberghiera, con hotel di lusso dotati di ogni comfort, pensioni, bed & breakfast, residence, agriturismi, campeggi e appartamenti privati.

Cenni storici su Villasimius

Sicuramente la zona di Villasimius è stata popolata fin dal neolitico, dal 6000 a.C. circa. I sardi di allora lavoravano la ceramica, avevano attrezzi ed armi in selce ed ossidiana, praticavano culti come quello della dea madre e seppellivano i morti nelle grotte e nelle tombe scavate nella roccia (chiamate Domus de Janas, case delle fate). Alcune si trovano alla Spiaggia del Riso
Poi i sardi cominciarono a costruire con la pietra e le tombe diventarono dei piccoli edifici costruiti con grandi massi (Tombe dei Giganti; una si trova nell'entroterra di Villasimius fra Porto Sa Ruxi e la spiaggia di Campus).

Queste costruzioni in pietra sono l'inizio della più celebre civiltà sarda: quella dei nuraghi che si sviluppò dal 1800 a.C circa. I nuragici abitarono tutta l'isola e ovunque costruirono le loro torri di pietra a forma di tronco di cono. Erano torri difensive e alcune sono complesse e gigantesche, come la reggia di Barumini e nuraghe Losa ad Abbasanta. 
A volte, sotto la protezione delle torri, sorgevano villaggi di piccole capanne circolari con muri di pietra e il tetto di frasche. Oltre ai nuraghi e alle tombe dei giganti costruivano e scavavano stupefacenti templi a pozzo dedicati al culto dell'acqua. Non hanno lasciate tracce di scrittura, ma nelle costruzioni e nella tecnologia del bronzo erano all'avanguardia in Europa.

All'apice della civiltà nuragica, sulle coste dell'isola arrivarono i navigatori fenici. Dapprima con qualche insediamento, poi fondando vere città (Nora, Tharros, Karalis, l'attuale Cagliari). Capo Carbonara offriva un approdo ideale: qui fondarono due insediamenti, a Notteri e sulle colline di Cuccureddus
Dopo i fenici arrivarono i punici, gli abitanti della loro colonia più fiorente: Cagliari. L'isola venne conquistata quasi completamente: nel 500 a.C. iniziò il dominio punico che durò due secoli portando al declino della civiltà nuragica. 
Nel 238 a.C., dopo la prima guerra punica, la Sardegna passò sotto il dominio di Roma, che durò circa un millennio. 

A Villasimius sorsero abitati agricoli, ma ne restano poche tracce: solo i resti di un piccolo complesso rurale vicino all'attuale chiesetta di Santa Maria e di due necropoli a Cruccuris a Accu Is Traias (I-IV sec. d.C.). Reperti punici e romani provenienti dagli scavi di Cuccureddus si possono vedere al Museo Archeologico di Villasimius.

Dopo la caduta dell'Impero Romano la Sardegna venne invasa dai vandali, per poi passare ai bizantini. Con l'ascesa della potenza araba, cominciano le incursioni lungo le coste. I bizantini abbandonarono l'isola e dalle loro istituzioni sorsero quattro stati sardi: i Giudicati di Arborea, Gagliari, Gallura e Torres. In questo periodo, nella zona di Villasimius, sorse il villaggio Carbonaja (per la produzione di carbone nelle foreste vicine), che faceva parte del Giudicato di Cagliari. 
La Sardegna era di nuovo indipendente, ma divisa: i Giudicati infatti erano spesso in guerra fra loro. Grazie a questa rivalità, nelle vicende della Sardegna si intrometteranno le repubbliche marinare di Pisa e Genova, e infine il regno spagnolo di Aragona, che avrà addirittura dal Papa la licenza d'impadronirsi dell'isola. Uno dopo l'altro i giudicati persero la loro indipendenza. L'ultimo fu quello di Arborea, con la battaglia contro gli Spagnoli di Aragona a Sanluri, nel 1409. Da allora tutta la Sardegna fu sotto il domino spagnolo. E venne divisa in feudi.

Continuavano intanto le scorrerie dei pirati dal nord Africa: gli spagnoli costruirono allora il sistema delle tori costiere che ancora svettano sui promontori. Ma le torri non bastarono a fermare i pirati e la gente di Carbonara, come quella di molti altri centri costieri nel XVI secolo, si spostò verso i territori più sicuri dell'interno abbandonando il villaggio.

Nel 1718 la Sardegna passò sotto il dominio piemontese. Nel 1820 Carbonara risorse per iniziativa del Marchese di Quirra e venne popolata da gente dei paesi vicini. Nel 1862 gli abitanti di Carbonara cambiarono il nome del paese in quello attuale: Villasimius, da quello dell'antico sito di Simius. Fino alla fine della seconda guerra mondiale rimase un paese di agricoltori, scalpellini e pochi pescatori. Solo negli anni cinquanta in paese arrivarono elettricità e telefono, e i primi turisti. 
Negli anni '60 il vecchio albergo Timi Ama, sullo stagno di Notteri, era un rifugio di artisti di tutto il mondo, che qui cercavano pace e ispirazione. Il resto è storia attuale.

Villasimius

Archeologia e arte a Villasimius

Domus de Janas della Spiaggia del Riso (3.500-2.700 a.C.): dall'esterno appare come una apertura quadrangolare scavata in un masso di granito, mentre all'interno è costituita da un piccolo ambiente che introduce alla camera sepolcrale.

Tomba dei Giganti: tipica sepoltura collettiva dell'epoca nuragica; se ne trova una nell'entroterra fra Porto Sa Ruxi e la spiaggia Campus.

Nuraghi (dal 1.600 a.C al 535 a.C.): nella zona di Villasimius si possono vedere i resti dei Nuraghi Giardone, Nuraghe Cuccureddus, Campu Longu, Is Trias, Manunzas, Baccu'e Gattus.

Sito fenicio di Cuccureddus: nei pressi del Rio Foxi si trovano i resti dell'omonimo insediamento, costruito dai fenici e poi utilizzato dai punici e dai romani, costituito da una zona di scambi ed un santuario.

Terme romane e statua di Santa Maria: nei pressi della chiesetta di Santa Maria si trovano i resti di un edificio termale romano; qui è stata rinvenuta una statua romana che riproduce una figura femminile, attualmente conservata al Museo archeologico.

Torri costiere: costruite sui promontori dagli spagnoli a partire dal XVI secolo, per avvistare i pirati saraceni e difendere la costa; erano classificate in tre categorie: “Torrezillas” le più piccole solo per l'avvistamento, presidiate da due soldati; “Torrisenzillas”, che erano presidiate da un alcalde e quattro uomini e armate di due cannoni di medio calibro, due spingarde e cinque fucili e “Torre gagliarde” armate di quattro cannoni di grosso calibro, due spingarde e cinque fucili.

Museo Archeologico, a Villasimius in via Frau, che raccoglie resti fenici, nuragici, romani e aragonesi rinvenuti in zona. 

Come arrivare

La porta d'accesso naturale di Villasimius è Cagliari, da cui dista circa cinquanta chilometri, molti dei quali su di una strada panoramica, tutta sul mare. Anche per arrivare da Sassari, Alghero, Nuoro e Olbia conviene passare da Cagliari. Da Olbia si può anche scegliere la strada statale 125, Orientale Sarda, più breve e molto bella, ma faticosa e piena di curve.

Per chi arriva con la nave e con la propria auto o la moto basta uscire, lasciarsi alle spalle la via Roma e andare verso la spiaggia del Poetto, percorrere tutta la strada fra la spiaggia e le saline e infine proseguire verso destra seguendo la costa. Per chi arriva con la nave, senza auto, è facile arrivare con i mezzi pubblici: basta uscire dal porto verso la piazza Matteotti e lì, alla stazione dei bus ARST, prendere l'autobus che porta fino a Villasimius.

Per chi arriva in aereo, all'aeroporto è possibile prendere un bus navetta che porta fino a piazza Matteotti, e di qui la corriera ARST. Oppure noleggiare un'auto in aeroporto, seguendo poi le indicazioni per la strada 554, la circonvallazione che gira intorno a Cagliari. All'altezza del Km 9 ci sono diverse uscite per Muravera. Svoltando e seguendo le indicazioni per Villasimius si va in una nuovissima strada a scorrimento veloce che sbocca sulla costa a circa metà percorso.